Il Fibroscan® valuta la fibrosi del fegato misurandone la durezza.
Si tratta di un’apparecchiatura dotata di una sonda che emette una vibrazione meccanica che si propaga nel fegato con una velocità diversa a seconda del grado di fibrosi. La sua accuratezza è virtualmente operatore indipendente, il risultato è altamente riproducibile e si presta ad essere ripetuto nel tempo.
Si tratta di un test facilmente eseguibile che richiede 10 minuti per effettuare non meno di 10 misurazioni. La misurazione viene effettuata sul lobo epatico destro, per via intercostale.
Il paziente è digiuno, in posizione supina con il braccio destro in massima estensione sopra la testa. La punta della sonda coperta prima con una goccia di gel per ecografia viene posta perpendicolarmente alla cute tra due coste e viene misurata l’elasticità di un cilindro di tessuto epatico di 1 cm di diametro e di 2-4 cm di lunghezza.

Ma il Fibroscan® ha anche alcune limitazioni, infatti la tecnica non può essere utilizzata: in presenza di ascite poiché le onde elastiche non si propagano attraverso i liquidi, nei pazienti con spazi intercostali ristretti e nel paziente obeso, perché il tessuto adiposo attenua sia l’onda elastica che gli ultrasuoni. Per tutte queste limitazioni l’esame non consente la misurazione dell’elasticità epatica nel 5% dei pazienti testati. Una delle applicazioni più promettenti dell’elastografia è quella di monitorare l’evoluzione di alcune patologie del fegato senza bisogno di ricorrere alla biopsia; non sostituendola ma limitande l’uso.

|